La dimensione culturale della malattia

Il presupposto dell'approccio etnologico alle forme del sapere scientifico è che le elaborazioni cognitive sono culturalmente situate: ne segue che le visioni del mondo, le interpretazioni dei fenomeni naturali e i modi di curare le malattie possono variare in relazione agli ambienti sociali in cui sono stati prodotti.
Nel campo della cura delle malattie, le società tribali o tradizionali studiate dagli antropologi si accostano alla diagnosi e alla terapia dei disturbi del corpo e della mente secondo modalità differenti da quelle.
In uso nella medicina occidentale, che nella maggior parte dei casi si fonda su di una visione “organicistica”. per cui sintomi e malesseri hanno quasi sempre una causa biologica, insita nel corpo
Particolarmente interessante è lo studio etnologico delle malattie mentali condono dall’etnopsichiatria, un'area disciplinare che coinvolge antropologi, epidemiologi e psicologi clinici e studia i disturbi psicologici nelle di-verse culture. Essa analizza anche il ruolo del contesto cul-turale nella manifestazione dei sintomi, cercando di capire in che modo il disturbo è interpretato nelle società in cui si presenta e domandandosi se i metodi di cura praticati in determinate culture sono efficaci ed esportabili presso popolazioni differenti
Durante il periodo coloniale, era abbastanza diffusa la convinzione che i popoli tribali non fossero affetti da disturbi mentali, in quanto immuni dagli stress della vita moderna. Era un'opinione discutibile, fondata su Informazioni indirette (ad esempio, testimonianze di viaggiatori) o osservazioni condotte negli ospedali coloniali
Ma ricerche sul campo condotte in seguito hanno modificato il quadro:
hanno dimostrato l'universalità di disturbi come la sindrome schizofrenica o gli stati depressivi
dall'altro hanno migliorato la conoscenza dei cosiddetti disturbi etnici, patologie del comportamento che compaiono presso un popolo e non trovano riscontro presso culture differenti.

Disturbi:
L'amok é una sindrome tipica dei Malesi, che ha inizio quando un uomo si ritiene gravemente offeso e prosegue con un suo periodo di isolamento, al termine del quale l'individuo coinvolto rientra al villaggio furibondo e si mene a correre all'impazzata, colpendo con cieca violenza chiunque gli capiti vicino.

Il latah, un disturbo caratterizzato dalla ripetizione automatica di parole, discorsi e azioni fatti da altri, talora con accompagnamento di parole oscene

Georges Devercux (1908-1985), etnologo francese, tra i fondatori dell'etnopsichiauia, ha descritto la sindrome di Cane Pazzo, osservata presso gli Indiani nord-americani Crow, di lingua Sioutc. Cane Pazzo è un giovane guerriero che si comporta in modo bizzarro e provocatorio, causando disturbo e tensioni nella vita sociale, ma è eroico in battaglia e si espone senza paura ai nemici. Di solito, prima di diventare Cane Pazzo, l'individuo in questione ha subito una frustrazione, ad esempio non è riuscito a dimostrare il proprio valore dopo essersene vantato con tutti e per questo si è coperto di disonore.

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